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dai GIORNALI di OGGI

Ue : "Italia aumenti l'età pensionabile, in particolare quella delle donne"

Brunetta: "Basta lamenti, in Italia i migliori ammortizzatori sociali"

2009-03-07

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Dalessandro Giacomo

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L'ARGOMENTO DI OGGI

 

CORRIERE della SERA

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2009-03-07

Berlusconi: "Ci hanno chiesto questa cosa, Stiamo dialogando"

"L'Italia aumenti l'età pensionabile"

La raccomandazione che sarà adottata dall'Ecofin: "La spesa pensionistica resta ancora tra le più elevate"

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi (LaPresse)

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi (LaPresse)

BRUXELLES (Belgio) - Il tema delle pensioni ritorna sulla scena dell'attualità politica. E ancora una volta, l'Unione europea invita l'Italia a fare una nuova riforma. La spesa pensionistica italiana cresce meno rispetto alla media europea, ma "resta ancora tra le più elevate nell'Ue", anche attuando pienamente le riforme adottate. Per garantire dunque la sostenibilità di lungo periodo del sistema "potrebbero essere considerate misure addizionali, specialmente un ulteriore aumento dell'età pensionabile, in particolare per le donne". È quanto si afferma nella bozza di raccomandazione rivolta all'Italia che martedì sarà adottata dall'Ecofin e poi approvata in via definitiva al Consiglio Ue dei capi di Stato e di governo del 19 e 20 marzo. Un intervento che, nel corso di una esternazione stradale nelle vie della Capitale, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha commentato così: "Ci hanno chiesto questa cosa. Adesso vediamo cosa fare. Stiamo dialogando".

INVECCHIAMENTO - "L'impatto di lungo termine dell'invecchiamento della popolazione in Italia è più basso della media Ue - si afferma ancora nella bozza di raccomandazione - con la spesa per le pensioni che mostra un aumento più limitato grazie alle riforme adottate. Ma la spesa in percentuale del Pil resta ancora tra le più alte nell'Ue". "E le proiezioni - prosegue il documento - si basano sull'assunto che le riforme adottate siano pienamente attuate, in particolare la revisione dei coefficienti di trasformazione che deve essere attuata con coerenza a partire dal 2010". Dunque, si legge ancora, "misure addizionali potrebbero essere considerate, specialmente un ulteriore incremento dell'età pensionabile, in particolare per le donne". Nella raccomandazione si sottolinea poi come "la posizione di bilancio del 2008, così come stimata nel Programma di stabilità aggiornato, che è peggiore della posizione iniziale del precedente programma, sarebbe sufficiente per stabilizzare l'attuale rapporto debito-Pil, ma non contribuirebbe a compensare il previsto impatto dell'invecchiamento della popolazione nel lungo termine". E questo preoccupa, visto che il debito pubblico italiano resta "ben al di sopra dei valori di riferimento del Trattato". Per questo - si raccomanda ancora - "raggiungere e mantenere elevati avanzi primari nel medio termine contribuirebbe a ridurre i rischi per la sostenibilità delle finanze pubbliche".

SOSTEGNO AI DISOCCUPATI - Secondo la raccomandazione inoltre, ulteriori interventi sul fronte delle pensioni, a partire dall'innalzamento dell'età pensionabile per le donne, "potrebbero permettere di redistribuire la spesa sociale così da mettere in campo un sistema di sostegno alla disoccupazione più inclusivo e uniforme".

07 marzo 2009(ultima modifica: 08 marzo 2009)

 

 

 

 

Brunetta: "Basta lamenti, in Italia i migliori ammortizzatori sociali"

Il ministro: non sono d'accordo con Marco Biagi. L'assegno? Una proposta da apprendisti stregoni

Renato Brunetta (Emblema)

Renato Brunetta (Emblema)

Ministro Brunetta, è vera la voce che gira?

"Quale voce?".

Lei ha portato in Consiglio dei ministri un dossier per sostenere che gli ammortizzatori sociali funzionano benissimo così?

"E' vero. Il ministro Sacconi e io abbiamo fornito ai colleghi alcuni dati. Che confermano una mia convinzione: il mercato del lavoro italiano, al di là delle sue contraddizioni, è mirabile, funzionale, efficiente, flessibile, reattivo, intelligente, e a modo suo equo. Molto "italian", ma con più luci che ombre. Con tanta gente che rischia e troppi privilegi, d'accordo. Ma, per come è andato costruendosi nel dopoguerra, con un insieme di pesi e contrappesi, sotto l'influenza di forze imprenditoriali e sindacali, istituzioni, territori, culture, è il più efficace d'Europa. Relazioni industriali e ammortizzatori sociali compresi. Marco Biagi diceva che era il peggior mercato del lavoro".

E lei?

"Io non sono d'accordo con Marco Biagi. Ed è proprio nei momenti di difficoltà come questo che il mercato del lavoro italiano dà il meglio di sé".

Adesso, che i precari sono esposti al vento della crisi?

"Mi rendo conto di andare controcorrente. Ma, nella realtà, nessuno è lasciato fuori. Vediamo il quadro generale. In Italia lavorano in 22 milioni. Il tasso di occupazione media e quello femminile è un po' sotto lo standard europeo; ma, se si aggiungono i 3 milioni e mezzo del sommerso, siamo in pari".

Del sommerso c'è poco da rallegrarsi, non crede?

"Il sommerso è stato una scelta sociale implicita, che svolge una funzione soprattutto nei tempi di crisi. Il sommerso è un grande ammortizzatore sociale. Attenzione: non grido "viva il sommerso". Prendo atto della realtà".

Sicuro che nessuno sia lasciato fuori?

"Noi abbiamo un buon sistema di ammortizzatori sociali. Certo, con figli e figliastri. Però capace di distinguere, di adeguarsi, di coprire tipologie diverse: i lavoratori delle imprese industriali, quelli del settore agricolo, i lavoratori a termine, gli autonomi, ognuno ha i propri strumenti: cassa integrazione ordinaria, cig straordinaria, cgis in deroga, indennità di mobilità, indennità di disoccupazione, ammortizzatori in deroga... Resta fuori un pezzo dei cocopro".

Cocopro?

"Lavoratori coordinati e continuativi a progetto. Una forma ibrida: lavoro autonomo ma con un solo committente. Anche qui però è prevista una specifica indennità una tantum. E poi in Italia il peso del lavoro atipico è il più basso d'Europa".

Sta dicendo che non serve l'assegno per chi perde il lavoro proposto da Franceschini?

"Roba da apprendisti stregoni. Da riformatori immaginari. Un po' ignorantelli, un po' radical chic, che non riescono a capire il funzionamento del mercato del lavoro e i valori sottesi. Gli ammortizzatori sociali funzionano proprio in quanto segmentati e diversificati. Sarà una balcanizzazione; ma funziona. Questo non piace alla sinistra astratta e ideologica, che vorrebbe un assegno uguale per tutti. Benissimo. Facciamo un test. A quale livello fissiamo l'importo dell'assegno? Alto, medio, minimo?".

Chiediamolo a Franceschini.

"No, me lo dica lei. Medio? Ma allora il lavoratore atipico troverà più conveniente smettere di lavorare e incassare l'assegno. Basso? Peggio ancora: si lamenterebbero i lavoratori in cassa integrazione, che oggi prendono di più. Alto? Scoppierebbe la rivoluzione: i disoccupati ci inseguirebbero con i forconi, gli altri sarebbero indotti a incassare e lavorare in nero".

Tutto bene così, allora?

"Non dico questo. Servono interventi per rispondere alla crisi: infatti ci sono 8 miliardi per la cassa integrazione in deroga. Il sistema ha bisogno di manutenzione; non di stravolgimenti. Si tratta di mantenere il giusto equilibrio: non abbandonare chi perde il lavoro a se stesso; ma neppure dare troppe garanzie. Ammortizzatori sociali, non bancomat. Investire solo lì significherebbe condannare le imprese a chiudere; e invece il vero sforzo — credito, fidi, filiere tecnologiche — va fatto per tenerle in vita. Vuole un'altra prova del fatto che il sistema funziona?".

Un'altra prova?

"Gli unici che non hanno ammortizzatori sociali, perché non ne hanno bisogno, sono i miei 3 milioni e 600 mila dipendenti pubblici. E la pubblica amministrazione è anche l'area meno efficiente. Nessun rischio di disoccupazione, e poca produttività ".

Avete anche voi lavoratori a termine, però.

"Circa il 10%, tutelati con due forme di indennità di disoccupazione, ordinaria e a requisiti ridotti. Una percentuale fisiologica, a parte l'aberrazione — da sanare — dei contratti prorogati di volta in volta per una vita".

La riforma delle pensioni va fatta o no?

"Affrontare il tema ora significa creare uno stress inopportuno per il sistema e la coesione sociale. Resta un fatto: il vero problema è il welfare pensionistico. E resta valido l'obiettivo di superare le pensioni di anzianità e passare al contributivo per tutti, senza però creare oggi questo stress".

Per ora niente pensione a 65 anni per le donne?

"E' un discorso diverso. Su donne e pubblica amministrazione siamo stati condannati in Europa. Credo che la soluzione sarà l'innalzamento perequativo decennale, senza particolari stress. E ciò che sarà risparmiato andrà investito nel mercato del lavoro femminile. Perché l'altra grave anomalia italiana, accanto alle pensioni, è la discriminazione delle donne".

Aldo Cazzullo

07 marzo 2009

REPUBBLICA

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2009-03-7

Migliorano i dati sulla previdenza. Nella bozza di raccomandazione

che sarà adottata dall'Ecofin si raccomandano però ulteriori interventi

Pensioni, in Italia rallenta la spesa

Inps, boom di iscritti e di avanzo

Crescono le entrate, grazie all'aumento delle aliquote e alla gestione separata

Piccinini (Cgil): "Il governo non si appropri dei buoni risultati, vadano ai lavoratori"

Pensioni, in Italia rallenta la spesa Inps, boom di iscritti e di avanzo

BRUXELLES - A differenza che negli anni passati, la spesa pensionistica italiana cresce meno rispetto alla media europea, ma "resta ancora tra le più elevate nell'Ue", anche nella piena attuazione delle riforme adottate. Per garantire dunque la sostenibilità di lungo periodo del sistema "potrebbero essere considerate misure addizionali, specialmente un ulteriore aumento dell'età pensionabile, in particolare per le donne". E' quanto si afferma nella bozza di raccomandazione rivolta all'Italia che martedì sarà adottata dall'Ecofin e poi approvata in via definitiva al Consiglio Ue dei capi di Stato e di governo del 19 e 20 marzo. Il testo del documento è stato anticipato dall'agenzia Ansa.

Ulteriori interventi sul fronte delle pensioni, a partire dall'innalzamento dell'età pensionabile per le donne, sostiene Bruxelles, "potrebbero permettere di redistribuire la spesa sociale così da mettere in campo un sistema di sostegno alla disoccupazione più inclusivo e uniforme".

Alla notizia del rallentamento della spesa previdenziale si aggiunge oggi quella di un miglioramento dei conti dell'Inps. Infatti, secondo i dati diffusi dallo stesso istituto, l'Inps ha registrato un avanzo finanziario di competenza di 11.275 milioni di euro (+21,5% rispetto al 2007), grazie soprattutto alla crescita delle entrate contributive. Le entrate complessive sono state 267.171 milioni di euro (+5,3%), a fronte di 255.896

milioni di uscite (+4,7%). La gestione economica ha avuto un risultato positivo di 11.068 milioni di euro (+60% sul 2007).

Aumenta quindi la spesa per le pensioni e per le prestazioni a sostegno del reddito, ma aumentano anche le entrate contributive, soprattutto grazie al ritocco verso l'alto delle aliquote di lavoratori dipendenti e autonomi decisa a partire dal 2007. Nel 2008 hanno influito positivamente sui conti in particolare l'aumento al 20% dell'aliquota contributiva di artigiani e commercianti e quello al 24% degli iscritti alla gestione separata che non sono iscritti ad altre gestioni, ma anche i nuovi requisiti di accesso al pensionamento di anzianità.

Tra il 2001 e il 2008 il numero dei lavoratori iscritti all'Inps è infatti cresciuto del 38%, passando da 13.950.080 a 19.350.281. Migliora anche il rapporto tra iscritti e trattamenti delle gestioni pensionistiche.

Tra il 2007 e il 2008 infatti si è passati da 131,8 iscritti ogni 100 pensioni a 133,4.

Nella gestione separata c'è il rapporto migliore iscritti-pensionati, con mille attivi ogni 100 pensionati (in calo rispetto ai 1.144 del 2007). L'Inps precisa anche che il numero dei pensionati non corrisponde a quello delle pensioni (16.086.076 comprese le gestioni interventi dello Stato, a cui si aggiungono 2,5 milioni di assegni agli invalidi civili) poichè molti pensionati cumulano più di un assegno. Il numero complessivo dei beneficiari è risultato nel 2008 di oltre 14,3 milioni (6,6 milioni di uomini e 7,7 milioni di donne) a fronte di 18 milioni di trattamenti complessivi.

Una situazione molto positiva, ha commentato il segretario confederale della Cgil, Morena Piccinini, che dovrebbe essere utilizzata a favore dei lavoratori: "Come era prevedibile - commenta il segretario - e come più volte sostenuto dal nostro sindacato, il bilancio previdenziale non è solo risanato ma abbondantemente in attivo e dimostra quanto sia inaccettabile l'idea del governo di fare ancora tagli con l'innalzamento dell'età pensionabile delle donne".

"Gli 11 miliardi di attivo del bilancio Inps - aggiunge Piccinini - indicano che le riforme alle quali ha contribuito il sindacato, da ultimo il protocollo del 23 luglio 2007, stanno producendo risultati positivi e lasciano ampi margini sia per aumentare gli ammortizzatori sociali e renderli universali, sia per aumentare le pensioni in pagamento. Questi 11 miliardi derivano in gran parte dalle maggiori aliquote contributive per il lavoro dipendente e per i parasubordinati e ad essi devono tornare".

(7 marzo 2009)

 

 

L'UNITA'

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2009-03-07

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-03-07

Pensioni, la Ue all'Italia:

"Spesa alta, ora nuove misure"

7 marzo 2009

Inps: nel 2008 conti in

Per le donne dal 2010 aumenta l'età pensionabile nella Pa

Pensioni, il Pd di Franceschini tra riformisti e linea dura

Previdenza, il ritardo dell'Isvap

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Portabilità, sul parere Covip è polemica tra negoziali e aperti

La spesa pensionistica italiana cresce meno rispetto alla media europea, ma "resta ancora tra le più elevate nell'Ue", anche attuando pienamente le riforme adottate. Per garantire dunque la sostenibilità di lungo periodo del sistema "potrebbero essere considerate misure addizionali, specialmente un ulteriore aumento dell'età pensionabile, in particolare per le donne".

Lo sostiene la Commissione europea nella bozza di raccomandazione rivolta all'Italia - anticipata dall'agenzia Ansa - che martedì sarà adottata dall'Ecofin e poi approvata in via definitiva al Consiglio Ue dei capi di Stato e di governo del 19 e 20 marzo. Ulteriori interventi sul fronte delle pensioni, a partire dall'innalzamento dell'età pensionabile per le donne, "potrebbero permettere di redistribuire la spesa sociale così da mettere in campo un sistema di sostegno alla disoccupazione più inclusivo e uniforme", afferma Bruxelles.

Nella raccomandazione si sottolinea poi come "la posizione di bilancio del 2008, così come stimata nel Programma di stabilità aggiornato, che è peggiore della posizione iniziale del precedente programma, sarebbe sufficiente per stabilizzare l'attuale rapporto debito-Pil, ma non contribuirebbe a compensare il previsto impatto dell'invecchiamento della popolazione nel lungo termine". E questo preoccupa Bruxelles, visto che il debito pubblico italiano resta "ben al di sopra dei valori di riferimento del Trattato". Per questo - raccomanda ancora la Ue- "raggiungere e mantenere elevati avanzi primari nel medio termine contribuirebbe a ridurre i rischi per la sostenibilità delle finanze pubbliche".

7 marzo 2009

 

 

 

 

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2009-02-01

 

http://www.avvenire.it

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http://www.italysoft.com/news/famiglia-cristiana.html

http://www.italysoft.com/news/il-punto-informatico.html

 

 

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2009-02-01

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http://www.europaquotidiano.it/site/engine.asp

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http://www.sanpaolo.org/fc/default.htm

 

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